Marche | Servigliano (FM)
- deportazione e internamento
Il luogo e le vicende
Comune in provincia di Ascoli Piceno, dal 1916 al 1943 a Servigliano ha avuto sede un campo di internamento per prigionieri, qui creato nel 1915 nella prospettiva di un imminente ingresso in guerra. Il campo era inizialmente costituito da una quarantina di baracche in legno e diverse casette in muratura per l’alloggio delle guardie, il tutto circondato da un muro di cinta che racchiudeva una superficie di circa 500 metri quadrati. La struttura venne collocata ai margini del paese in prossimità della stazione ferroviaria e durante la Grande guerra vi vennero rinchiusi prigionieri di nazionalità austro-ungarica e turca. Con la fine della primo conflitto mondiale la struttura venne chiusa ma non smantellata. Una parte venne utilizzata dal Dopolavoro Comunale che provvide a realizzarvi un campo sportivo, ancora funzionante; un’altra parte venne adibita a deposito di armi. Ad un anno dallo scoppio della seconda guerra mondiale il campo ritornò ad assumere la sua originaria funzione e fra il 1941 ed il 1943 vi furono rinchiusi prigionieri greci, maltesi, ciprioti, inglesi, americani, francesi, slavi. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, nella confusione generale di quei giorni, i prigionieri si diedero alla fuga senza essere ostacolati dalle guardie e ricevettero l’accoglienza della popolazione locale, in particolare dei contadini. Tuttavia, nel giro di qualche giorno la situazione cambiò, fascisti ed esercito tedesco occuparono nuovamente il campo ed iniziarono vaste operazioni di rastrellamento dei prigionieri fuggiti o di ebrei che cercavano scampo fuggendo verso i territori liberati dagli Alleati. Nel clima di terrore e di caccia all’uomo, centinaia e centinaia furono le famiglie del luogo che, rischiando la morte, continuarono a dare aiuto ai prigionieri e agli ebrei che, nel caso di cattura, venivano inviati verso il campo di Fossoli e da lì ai lager in Germania. Con l’arrivo degli Alleati e la fuga dei tedeschi, nella primavera del ’44, il campo venne chiuso e trasformato in centro raccolta profughi. Già nel settembre del 1945, quando la guerra non era ancora terminata, iniziarono ad affluire nel campo i primi profughi sloveni. Successivamente, il campo ospitò profughi provenienti dalle ex-colonie italiane (Africa, Libia, Etiopia) che si aggiunsero al flusso crescente di italiani che abbandonavano i territori friulani occupati dall’esercito jugoslavo. In dieci anni, dal 1945 al 1955, quando il campo fu definitivamente chiuso, si stima che il campo abbia ospitato più di 40.000 persone Ora gli spazi interni di detto campo sono stati sgomberati dalle baracche e resi funzionanti per varie attività sportive con la palestra inaugurata nel dicembre 1997. Alcune baracche dell’ex campo di prigionia restano all’esterno del recinto sud ed ovest.
Oggi, del campo di prigionia di Servigliano, all’interno del quale negli anni settanta venne realizzato un centro polisportivo, resta l’imponente muro alla cui sommità si intravedono i cocci di vetro che dovevano scoraggiare la fuga dei prigionieri, alcune baracche ‒ per lo più esterne al campo ed adibite ad abitazione civile ‒ l’infermeria e la stazione ferroviaria da cui arrivavano e partivano internati e profughi. Proprio qui, nel 2013 è stata inaugurata l’aula didattica multimediale Casa della memoria, progettata dall’omonima associazione culturale con la collaborazione dell’istituto storico di Fermo (Isml) e con il finanziamento dal Comune di Servigliano, provincia di Ascoli Piceno, regione Marche e Comunità europea. L’allestimento dell’aula si propone di conservare la memoria delle vicende che segnarono la vita della comunità locale e, in particolare, dei tre diversi momenti che caratterizzarono la storia del Campo di prigionia: campo di prigionia nella Grande guerra, luogo di internamento di soldati e ebrei durante l’occupazione tedesca e campo profughi nel dopoguerra. La Casa della memoria ospita oggi una mostra permanente sulla storia del Campo e propone una corposa attività di ricerca e di organizzazione di incontri e convegni come momenti di riflessione su diversi temi attinenti alla storia del secolo trascorso. Inoltre, offre alla consultazione un archivio storico, e materiali didattici e scientifici che illustrano le vite di chi sostò e transitò per il campo.
- Centro di documentazione
- Laboratori didattici
- Aula multimediale
- Sala conferenze
- Mostra fotografica permanente
- Visite guidate
- Ex Stazione Ferroviaria - Via E. Fermi,16 - Servigliano (FM)
- 0734 750583 Comune
- presidenza@lacasadellamemoria.com
- direzionescientifica@lacasadellamemoria.com
- www.lacasadellamemoria.com
- E vennero... 50 anni di libertà, 1943-1993. Campi di concentramento, prigionieri di guerra, internamento libero nella Marche 1940-1945, numero unico a cura di Roberto Cruciani, Cooperativa Artivisive, Macerata 1993.
- Costantino Di Sante, L' internamento civile nell'ascolano e il Campo di concentramento di Servigliano, 1940-1944: documenti e testimonianze dell’internamento fascista, Istituto provinciale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche, Ascoli Piceno, 1998;
- Filippo Ieranò, È noto che... I campo di prigionia di Servigliano, 1915-1920, Ponte Felcino 2013.
- Filippo Ieranò, Una città cosmopolita. Il passaggio di migliaia di profughi tra il 1945 e il 1955 nell'ex campo di concentramento di Servigliano..., Capodarco fermano edizioni, Fermo 2012.
- Filippo Ieranò, Baracca n. 6. Il passaggio di migliaia di profughi tra il 1945 e il 1955 nell'ex campo di concentramento di Servigliano..., Bieffe, Recanati 2008.
- Lina Verducci, Giuseppe Millozzi, Filippo Ieranò (a cura di), Il campo di Servigliano, 1915-1955. La memoria di un luogo che testimonia le tragedie del Novecento, Associazione Casa della memoria, Servigliano 2005.