Cuneo Casa Museo Galimberti

Piemonte | Cuneo (CN)

Il luogo e le vicende

Convinto che l’antifascismo dovesse prepararsi allo scontro cruento con i suoi avversari – tanto che fin dal giugno 1943 aveva compilato un piano per la presa del potere – all’indomani della caduta di Mussolini, il 26 luglio 1943, ai affacciò alla terrazza del suo studio e, alla popolazione di Cuneo raccolta in piazza Vittorio, indicò la prospettiva dell’azione armata contro i tedeschi come la prioritaria per il riscatto dei Paese. Nei giorni successivi all’8 settembre, dopo aver tentato invano di indurre i comandi militari cuneesi a opporre resistenza ai tedeschi, avvalendosi anche della collaborazione degli antifascisti, scelse la via della montagna per condurvi la guerra partigiana, raggiungendo con altri undici compagni Madonna del Colletto, in valle Gesso, e costituire la prima banda “Italia libera”. Trasferitisi più tardi in valle Grana, alla frazione San Matteo, Galimberti e il piccolo nucleo presero ad impostare il lavoro di organizzazione delle unità partigiane da cui sarebbero nate le Brigate “Giustizia e Libertà” del Cuneese. Il 13 gennaio 1944 i tedeschi investirono in forze la loro posizione e Galimberti, ferito durante lo scontro, fu trasferito in pianura. Dopo un periodo di cure trascorso in un rifugio nelle Langhe, il Partito d’Azione lo designò come proprio rappresentante nel Comitato militare, organo di consulenza e direzione militare del Cln regionale, e lo nominò capo ispettore delle formazioni GL del Piemonte. Galimberti iniziò in tal modo un’opera incessante di organizzazione e, nel maggio 1944, fece parte della delegazione italiana che si incontrò a Barcelonnette con un’analoga delegazione francese per stabilire i intesa fra i due movimenti di resistenza. Il 28 novembre 1944, in una panetteria di Torino, una delle sedi del movimento clandestino dove Galimberti andava a consegnare e ricevere messaggi e documenti, venne arrestato dai fascisti torinesi. Tutti i tentativi dei Cln regionale di trattare la sua liberazione attraverso uno scambio di prigionieri furono vani e, la sera del 2 dicembre, venne trasferito a Cuneo, picchiato e torturato nella caserma della Brigata nera. Il mattino seguente fu trasportato in macchina nei pressi di Centallo, a pochi chilometri dal capoluogo, e assassinato in aperta campagna. Appena avuta la notizia, il Cln regionale piemontese si riunì in seduta plenaria per proclamarlo Eroe nazionale; successivamente fu decorato di Medaglia d’oro al valor militare.
Attualmente, l’amministrazione comunale ha deciso di riportare la Casa alla sua originaria fisionomia e sta ultimando uno scrupoloso progetto di recupero filologico sulla base degli inventari degli anni Settanta, di vecchie fotografie e di alcune scene del film Nascita di una formazione partigiana girate nello studio da Ermanno Olmi nel 1973. L’obiettivo di questa ricostruzione è il tentativo di rievocare l’ambiente domestico della famiglia, per evidenziarne il ruolo in quel percorso di crescita intellettuale e politica che ha portato Duccio prima ad allontanarsi dal fascismo e poi a combatterlo fino alla decisione estrema della lotta armata. In questo modo, l’allestimento museale si confronta con le acquisizioni storiografiche dell’ultimo quindicennio che hanno posto i temi della scelta e della maturazione antifascista al centro delle ricerche sulla Resistenza. Il percorso museale è costituito essenzialmente dalle stanze in cui visse la famiglia, riarredate con gli arredi e i suppellettili originari: lo studio, le sale della biblioteca ma anche gli ambienti più legati all’intimità domestica, come la sala da pranzo. Un lato della casa, invece, è stato riservato all’attività culturale e vi sono stati allestiti un laboratorio didattico, una sala per esposizioni temporanee e il centro informazioni del progetto La memoria delle Alpi, una rete ecomuseale transfrontaliera dedicata al territorio alpino e alla sua storia tra Italia, Francia e Svizzera avviata a metà degli anni Duemila. Nell’ambito di questo progetto, nel cuneese sono stati allestiti una quarantina di sentieri denominati Sentieri della libertà, articolati intorno ai temi della guerra, della persecuzione razziale e della Resistenza. Per ognuno di questi sentieri è stata allestita un’apposita segnaletica in sito che consente, oltre alla percorribilità, anche una prima comprensione della valenza storica del territorio. Per gli approfondimenti, invece, sono stati predisposti una decina di centri-rete dislocati sul territorio, per lo più in edifici legati, essi stessi, ai quei temi e a quel periodo storico. Casa Galimberti rappresenta appunto uno di questi luoghi e da essa prendono avvio due sentieri dedicati alla figura di Duccio. Il primo, Nascita di una formazione partigiana, ripercorre le tappe, le postazioni e gli spostamenti della banda “Italia libera” che, dal settembre 1943, Galimberti e i suoi primi compagni avevano costituito in Vale Gesso e poi in Valle Stura e Val Grana. Il secondo, Verso l’Europa, congiunge Saretto, in Val Maira, a Larche, vicino a Barcellonette, oltre il confine, zona che fu teatro degli incontri tra la delegazione partigiana guidata da Galimberti e i maquisards francesi nel maggio 1944. In tutti i centri rete, e dunque anche nella casa-museo, sono stati allestiti spazi e attrezzature multimediali, predisposti materiali informativi e didattici e organizzate iniziative di carattere storico a sostegno delle escursioni lungo i sentieri.
Comune di Cuneo