Luoghi dell’Eccidio del 23 agosto 1944

Toscana | Larciano (PT)

Il luogo e le vicende

Il Padule di Fucecchio costituisce la più grande palude interna italiana e si trova al confine tra la parte meridionale della provincia di Pistoia e la propaggine occidentale di quella di Firenze. Nell’estate del 1944, la zona si venne dunque a trovare nelle immediate vicinanze della linea del fronte lungo l’Arno. Mentre gli angloamericani attendevano il momento adatto per sferrare l’attacco alla Linea Gotica, all’interno della palude si erano stabiliti numerosi gruppi di sfollati e contadini che tentavano di sfuggire ai quotidiani rastrellamenti tedeschi e alle cannonate alleate. La fitta vegetazione offriva infatti riparo a uomini e donne e, per la sua posizione lontana dalle vie principali e dai centri abitati, la popolazione credeva che nel Padule vi fosse meno pericolo di bombardamenti e combattimenti. L’unica formazione partigiana presente nelle vicinanze era la Brigata “Silvano Fedi” di Ponte Buggianese, comandata da Aristide Benedetti, che poteva però contare solo su una trentina di combattenti, attivi in zone limitrofe al Padule. I nazisti, tuttavia, stimavano la presenza partigiana nella zona assai superiore, probabilmente per gli scontri frequenti che, in quell’estate, la formazione partigiana mise a segno contro di loro. Per liberarsi vie di fuga e favorire la propria ritirata al nord verso la linea Gotica, dunque, il colonnello Edward Crasemann, comandante della 26a Panzergrenadier Division, emanò il comando “Vernichten”, ovvero annientare, far terra bruciata e liberare tutta la zona con operazioni di rastrellamento. Il 23 agosto 1944 l’operazione nazista iniziò all’alba e investì tutta l’area del Padule: sin dalle prime ore del mattino tutte le fattorie vennero incendiate dai militari tedeschi e italiani; tutti gli abitanti e le persone che si trovarono in quella zona vennero uccisi, gli uomini rinvenuti nel Padule ‒ tra i quali anche sfollati dalle città vicine e partigiani della Brigata “Silvano Fedi” ‒ furono fucilati immediatamente. Fu il capitano Joseph Strauch a condurre l’azione sul campo e a istruire le truppe tedesche e italiane che collaborarono al massacro. L’eccidio si consumò “in gronda”, cioè ai bordi del Padule dove era sfollata la maggior parte della popolazione, poiché i reparti nazisti non giunsero mai nel centro, temendo eventuali attacchi partigiani. Le possibili vie di fuga lungo il perimetro meridionale dell’area furono bloccate da carri armati ed unità di artiglieria che servirono anche all’abbattimento delle abitazioni prese a cannonate. Al termine del 23 agosto 1944 le vittime furono 175: tra esse molte donne, anziani o bambini. Tutte le vittime furono ritrovate durante la stessa giornata o nel corso della notte fra il 23 e il 24 dai familiari o dai parroci dei paesi; vennero trasportati con ogni mezzo, fra cui barroccini e carretti, sepolti in maniera inadeguata in casse costruite in fretta con semplici assi di legno, oppure seppelliti avvolti nelle coperte. In alcuni casi furono gli stessi tedeschi a portare via i caduti con dei camion, scaricandoli e ammassandoli in un primo momento in fosse comuni.

Tutta l’area ai margini del Padule di Fucecchio è costellata di lapidi e cippi commemorativi dell’eccidio dell’agosto 1944, collocate lungo gli argini dei canali, su case coloniche ed altre strutture (come ad esempio gli “essiccatoi del tabacco”) o nei vicini centri abitati. Nel 1990 è sorto il Centro di ricerca, documentazione e promozione Padule di Fucecchio che, sebbene in gran parte concentrato sulle caratteristiche naturalistiche della zona, negli anni si è attivato per documentare e mantenere la memoria del tragico evento. Fra gli obiettivi del Centro anche la raccolta del materiale bibliografico (testi e audiovisivi) sull’eccidio. Nel 1996 è stato inaugurato nell’ex cimitero di Castelmartini il Giardino della Memoria, dove è stata collocata una serie di opere degli artisti Andrea Dami e Simone Fagioli a memoria dell’agosto 1944 che trasformano il luogo in spazio d’arte oltre che di memoria. Nel 2002, inoltre, a Castelmartini è stato in augurato il Monumento in memoria dell’eccidio dello scultore Gino Terreni, voluto dal Comitato regionale toscano dell’associazione combattenti e reduci, dalla Regione Toscana, dalla provincia di Pistoia e dal comune di Larciano.

Il Centro Visite si trova nelle vicinanze della Chiesa di Castelmartini (Larciano – PT) e del Bar “Le Morette”.

  In Auto: Dall’autostrada Firenze-Mare (uscita Montecatini Terme) si seguono le indicazioni per Monsummano; da qui si imbocca la SS 436 (Statale Francesca) in direzione Fucecchio; dopo 6 km si trovano sulla destra i cartelli per il Centro. Dalla superstrada Firenze-Pisa-Livorno (uscita San Miniato) si seguono le indicazioni per Montecatini Terme; oltrepassato Fucecchio, si imbocca la SS 436 e dopo circa 11 km si vede, sulla sinistra, la Chiesa di Castelmartini.