Museo Audiovisivo della Resistenza

Toscana | Fosdinovo (MS)

Il luogo e le vicende

L’economia del territorio delle province di Massa e Carrara è storicamente connotata dall’attività estrattiva del marmo, già praticata dagli antichi romani, che nel ‘900 portò alla formazione di una forte e combattiva classe operaia le cui organizzazioni politiche riuscirono a sopravvivere clandestinamente durante il regime fascista e influirono sulla rapida riorganizzazione dei partiti antifascisti durante i 45 giorni del governo Badoglio. Successivamente la costituzione del Cplna (Comitato Provinciale di Liberazione Nazionale Apuano) che, oltre a comprendere i partiti antifascisti che a livello nazionale componevano il Cln, comprende anche la Federazione Anarchica particolarmente radicata nella provincia di Massa Carrara.

Durante le ultime fasi della Seconda guerra mondiale la provincia di Apuania (così venne denominata fra il 1938 ed il 1946 la provincia di Massa-Carrara), e con essa il piccolo centro di Fosdinovo, si ritrovò nelle immediate retrovie del fronte che, presto, si trasformò in un vero e proprio campo di battaglia in cui, oltre alle truppe naziste, fasciste, anglo-americane e partigiane, fu drammaticamente coinvolta anche la popolazione civile. Nella zona di Fosdinovo, nella quale ha oggi sede il Museo Audiovisivo della Resistenza, operò la Brigata Garibaldi “Ugo Muccini” di Sarzana che faceva parte della divisione “Lunense” la quale, nell’estate del 1944, superava da sola il migliaio di combattenti. Il momento più acuto dello scontro fra le formazioni partigiane e l’occupante tedesco si ebbe nell’estate 1944 quando i tedeschi ‒ per garantirsi libertà di movimento nelle retrovie del fronte e con lo scopo di togliere ogni possibile sostegno alla Resistenza ‒ misero a segno una vera e propria “guerra ai civili” caratterizzata da tragiche stragi contro la popolazione come quelle di Forno e Frigido (13 giugno, 68 vittime), Vinca-Fivizzano (24-25 agosto, 174 vittime), Carrara (16 settembre, 72 vittime), Fosse del Frigido-Massa (16 settembre, 146 vittime). Nonostante la dura politica di guerra operata dai tedeschi, in questa zona a ridosso della Linea Gotica, e nonostante le numerose difficoltà incontrate dalle formazioni partigiane soprattutto nell’approvvigionamento di generi alimentari in un territorio ricco di miniere ma povero di campi coltivabili, il movimento partigiano rimase numeroso e combattivo. Tra l’8 ed il 12 novembre 1944, i partigiani della brigata Muccini furono protagonisti della liberazione di Carrara che colse a tal punto di sorpresa il comando tedesco da costringerlo ad abbandonare la città. Poco dopo, tuttavia, dopo aver inutilmente caldeggiato la concordata occupazione alleata della città, la Divisione “Lunense” subì un feroce contrattacco tedesco che la costrinse a disperdersi: il 29 novembre, le montagne intorno a Fosdinovo furono meta di un duro rastrellamento tedesco. Le formazioni partigiane riuscirono a resistere al tentativo di accerchiamento ritirandosi prima sul Monte Sagro ma successivamente dovettero ritirarsi oltre la linea del fronte. Tra varie difficoltà esse riuscirono a resistere sino all’ aprile del 1945 quando, fra l’8 ed il 16, si svolsero i combattimenti per la definitiva liberazione di Massa e Carrara e, fra il 24 ed il 27 dello stesso mese, si compì la liberazione dei comuni posti nella parte settentrionale della provincia.

Il Museo Audiovisivo della Resistenza di Massa Carrara e La Spezia ‒ inaugurato il 3 giugno 2000 e dedicato alla memoria dei comandanti partigiani Alessandro Brucellaria “Memo” e Flavio Bertone “Walter” ‒ ha sede nella località Prade di Fosdinovo, sulle montagne delle Alpi Apuane che durante la lotta di Liberazione furono teatro di duri scontri fra le formazioni partigiane e tedesche. Il museo di Fosdinovo sorge dunque in un luogo di per sé carico di memoria. L’edificio che oggi lo ospita venne edificato nel 1948 dagli ex partigiani della zona insieme all’aiuto di volontari, e donato successivamente al Comune di Sarzana che lo ha utilizzato, fino agli anni Settanta, come colonia montana estiva. In seguito, l’edificio rimase in uno stato di abbandono che lo deteriorò gravemente. Per iniziativa dell’Anpi di Sarzana e in accordo con l’amministrazione comunale, a partire dal 1994 si decise di destinarlo a Museo della Resistenza delle province della Spezia e di Massa Carrara, entrambe decorate di medaglia d’oro al valore militare per il contributo dato dalle popolazioni alla riconquista della libertà e della democrazia. Con il concorso di numerosi enti pubblici, associazioni e privati cittadini, si è quindi provveduto al recupero dell’antica colonia, per trasformarla in un monumento alla pace in una zona che era stata teatro di violenti scontri tra partigiani, tedeschi e fascisti e che aveva subito distruzioni e stragi di popolazioni inermi. Il Museo della Resistenza non fu ideato secondo canoni tradizionali, non fu, cioè, predisposto per conservare cimeli del periodo bellico, opere d’arte o altro, ma pensato perché in esso si potessero fondere una tradizione orale antica con le più moderne tecnologie audiovisive. Oggi, dunque, il Museo è costituito da una moderna installazione audiovisiva e da supporti multimediali, che consentono organici percorsi di indagine storica e di approfondimento didattico sui temi della Resistenza e della costruzione della democrazia in Italia. Il percorso, ideato da Studio Azzurro, si sviluppa intorno ad un tavolo (Il Tavolo della Memorial) diviso in due da uno schermo verticale. Sul tavolo sono proiettate immagini di repertorio sotto forma di un libro virtuale che lo spettatore può “sfogliare”, sfiorandone con la mano la superficie. In sincronia con le immagini contenute nel libro scorrono sullo schermo le interviste video dei testimoni del periodo bellico. La carica innovativa di questo Museo consiste sicuramente nel linguaggio scelto per comunicare la storia, legato all’impiego del mezzo audiovisivo e interattivo nel quale il visitatore è attivamente coinvolto. Le testimonianze dei protagonisti sono state organizzate per nuclei tematici: un calendario degli eventi significativi collocabili nel contesto locale e nazionale, dall’ascesa del fascismo alla Liberazione; il dramma della sopravvivenza in guerra comune ai partigiani e al resto della popolazione; la resistenza civile e armata di uomini e donne; la realtà delle deportazioni; le devastazioni della guerra e le stragi di civili che caratterizzarono l’occupazione tedesca. Il Museo di Fosdinovo si pone dunque come museo non solo di conservazione ma anche di elaborazione della memoria. Una memoria ampia che affianca partigiani e contadini, deportati e internati, donne e popolazione. Non è dunque il museo della sola resistenza armata, ma anche della resistenza delle popolazioni civili contro la guerra, i bombardamenti, la fame, le stragi.

Il museo dista 2 Km circa dal paese di Fosdinovo, in località Le Prade. Avendo il paese di Fosdinovo alle spalle, bisogna proseguire per circa un chilometro sulla statale 446 in direzione Tendola-Fivizzano, ma arrivati al bivio “Foce del Cuccu” girare a sinistra in direzione di Ponzanello e Canepari. Dopo alcune centinaia di metri a destra della strada sarà visibile “La Colonia”, sede del Museo audiovisivo della Resistenza delle province di Massa Carrara e di La Spezia.

  In Auto: Fosdinovo è raggiungibile in auto dall’Autostrada A12 Genova-Livorno (uscita al casello di Sarzana o di Carrara), dall’Autostrada A15 La Spezia-Parma (uscita al casello di S.Stefano o di Sarzana) e dalle strade statali 1 (Aurelia), 62 (della Cisa) e 63 (del Cerreto). Sulla S.S.1 Aurelia il bivio per Fosdinovo è a 3 Km circa a sud di Sarzana, in località Ponte Isolone-Caniparola, e dista dal paese circa 8 Km di salita. Per raggiungere Fosdinovo dalla SS.63 del Cerreto bisogna percorrerla fino a Soliera ed immettersi sulla statale 446 oltrepassando poi Ceserano, S.Terenzo e Tendola. Per raggiungere Fosdinovo da Carrara è invece necessario andare in direzione di Gragnana, Castelpoggio, Monte Bastione.
Associazione Museo storico della Resistenza.