Museo-Casa dell’eccidio di Tavolicci

Emilia Romagna | Verghereto (FC)

Il luogo e le vicende

A Tavolicci, piccola frazione di montagna di circa 80 abitanti del Comune di Verghereto, nel luglio 1944 si consumò una delle più tragiche rappresaglie fasciste della Romagna. La sera del 21 Luglio 1944 una squadra della polizia italo-tedesca arrivò in paese, perlustrando le case e rassicurando la popolazione che, contro di essa, non sarebbe stato fatto nulla e che quindi dormissero pure tutti nella propria abitazione. La mattina seguente, poco prima dell’alba, mentre ancora gli abitanti dormivano, una squadra di fascisti e tedeschi irruppe nel paese circondandolo con mitragliatrici. I militi penetrarono con violenza nelle abitazioni, imponendo a tutti gli abitanti di alzarsi e vestirsi immediatamente. Intanto gli uomini validi e giovani venivano legati con funi e tratti sulla piccola piazzetta del paese affinché fossero spettatori del massacro e del martirio delle loro donne e dei loro bambini. Gli uomini vecchi ed invalidi furono uccisi sulla soglia delle loro abitazioni, tutte le donne e i bambini furono con spinte e minacce, rivoltella alla mano, radunati in un piccolo ambiente e con raffiche di mitragliatrice. Alla fine, per coprire in parte il massacro e non lasciare tracce dell’orrendo delitto venne appiccato fuoco al locale sottostante, adibito a stalla, unitamente ad un paio di vacche, e così molte persone finirono bruciate vive. Intanto altri militi si erano riversati contro le abitazioni, rubando ciò che faceva loro comodo e poi appiccarono fuoco a tutte le case. Gli uomini arrestati vennero trascinati a Campo del Fabbro (Comune di S. Agata Feltria) a circa due chilometri di distanza e quivi vennero tutti orrendamente massacrati ed uccisi. Qualche donna e qualche fanciullo anche feriti riuscirono ad evadere alla vigilanza delle guardie e mettersi in salvo ma, alla fine furono 64 le persone uccise, tra cui 19 bambini di età inferiore ai 10 anni.

La casa in cui si consumò la rappresaglia ‒ restaurata ed arredata come un tempo per volere dell’Amministrazione provinciale di Forlì-Cesena, del Comune di Verghereto, della Regione Emilia-Romagna e della Comunità Montana Cesenate ‒ è oggi sede del Museo Casa dell’eccidio di Tavolicci. Situata a 825 metri d’altitudine, in una quiete apparentemente imperturbabile, quasi fuori dal tempo, essa ricorda la strage del luglio 1944 e la popolazione del piccolo paese che, in essa, perse la vita, contestualizzandola nel contesto della “guerra ai civili” condotta dal comando tedesco per reprimere il movimento partigiano operante sulla Linea Gotica. Al suo interno, infatti, il pian terreno ospita la mostra fotografico documentaria Stragi ed uccisioni in provincia di Forlì distribuita in quattro stanze corrispondenti ad altrettante aree geografiche: Forlì, Tavolicci, Cesena, le Vallate e Rimini. Altri ambienti mirano a ricostruire ed evocare la vita quotidiana delle popolazioni montane: nel solaio è stata ricostruita una camera da letto in uso all’epoca., una stanza ospita anche un telaio per tessere, simbolo non solo della complessa trama dei fili della memoria ma anche dell’economia contadina di allora, basata soprattutto sull’autoconsumo. Al piano rialzato, alcune opere in rame dello scultore Lucio Cangini rappresentano scene della strage di Tavolicci mentre al primo piano, al quale si accede per mezzo della scala esterna, sono esposti i quadri donati dagli artisti della provincia di Forlì-Cesena alla Casa dell’eccidio. È anche presente un’aula didattica attrezzata per la visione di filmati, per incontri e attività laboratoriali. Dal 2003 nel mese di maggio, nella Casa dell’eccidio, si svolge la scuola di pace con la partecipazione di numerose classi delle scuole medie di Cesena, Forlì e altre località. Dalla Casa dell’eccidio passa il Sentiero della memoria, un anello che la collega alle località di Ca’ Sem, Casanova, Campo del Fabbro (gli altri luoghi della strage), prosegue per Rivolpaio, sale verso il Palazzo e ritorna a Tavolicci.