Toscana | Lucca (LU)
- resistenza nelle città
Il luogo e le vicende
Nel corso della seconda guerra mondiale Lucca si trovò a ricoprire un ruolo cardine nel settore occidentale della Linea Gotica. Fu base di molti comandi e, per otto mesi, fu retrovia della Linea che vide impegnati diversi contingenti alleati. Le prime bande armate in provincia di Lucca si formarono in Versilia alla fine del 1943 attorno alla figura di Gino Lombardi che, insieme ad una quindicina di compagni, ai quali si aggiunsero militari sbandati e renitenti alla leva, diedero vita alla formazione Cacciatori della Apuane. A queste prime formazioni, dall’aprile 1944, se ne aggiunsero altre collegate al Cln di Viareggio. L’attività partigiana nella provincia di Lucca raggiunse il suo apice nell’estate del 1944, in concomitanza con il programmato sbarco alleato sulla costa versiliese, e il giorno 9 giugno i partigiani della formazione Mulargia (così chiamata in ricordo di Luigi Mulargia il primo caduto dei Cacciatori delle Apuane) riuscirono ad occupare il centro di Forno, paese sovrastante la città di Massa, ritenuto una base propizia per scendere a valle. La reazione tedesca non si fece attendere e nella notte fra il 12 ed il 13 giugno tutta la zona venne fatta oggetto di pesanti rastrellamenti compiuti da unità di SS tedesche, della Gnr, del battaglione San Marco e della X Mas. Per i partigiani il combattimento ebbe un esito disastroso tanto che, per non cadere nelle mani del nemico, il comandante della formazione Marcello Garosi si suicidò. Nonostante l’estrema durezza dimostrata da nazisti e fascisti la Resistenza lucchese non venne piegata ed anzi, come già detto, fu proprio nella stagione estiva – mentre la provincia veniva a trovarsi nelle immediate retrovie del fronte – che essa conobbe la sua massima espansione. Alla crescita numerica delle formazioni partigiane fece seguito anche una loro riorganizzazione che avvenne nella riunione dell’8 agosto 1944, durante la quale i responsabili locali decisero di unificare tutti i gruppi operanti nel territorio apuano nella Divisione Garibaldi-Lunense mentre le altre formazioni operanti nella Bassa Garfagnana, insieme a gruppi di gappisti situati nelle città, facevano riferimento al Cln di Lucca. Anche nella provincia di Lucca la guerra divenne presto “guerra ai civili” ed anche in quest’area i tedeschi iniziarono una lunga e dolorosa serie di stragi ed eccidi che colpì anche numerosi parroci e uomini religiosi, accusati di aver prestato aiuto ai ribelli. Fu questo il caso di padre Raffaello Mazzocchi, dell’Ordine dei Servi, e del parroco di Fiano don Aldo Mei, entrambi uccisi insieme ad altri civili nella prima metà di agosto. Lucca venne abbandonata dai tedeschi il 5 settembre 1944 ed immediatamente passò sotto il controllo partigiano.
Il Museo storico della Liberazione di Lucca che ha sede all’interno di Palazzo Guinigi, nel centro di Lucca, è stato fondato nel 1988 per iniziativa dell’Associazione toscana volontari della libertà e del Centro educazione democratica. Negli anni il museo ha ripensato il proprio ruolo e il proprio assetto e oggi esso si presenta non solo come contenitore di beni e conservatore di memoria, ma anche e soprattutto come ente promotore di cultura.
La sua qualità, dunque, non deriva più soltanto dalla ricchezza del patrimonio, che rimane, ma anche dalla sua capacità di fornire servizi, di promuovere ricerca e cultura e di qualificare lo sviluppo del territorio circostante creando una rete con esso. Nell’attuale gestione del museo convivono quindi la promozione in chiave turistica del territorio e la promozione della ricerca storiografica, attraverso il legame con Università, case editrici, associazioni e altri musei. Temi portanti del percorso museale sono la Linea Gotica e le diverse fasi della guerra di Liberazione in provincia di Lucca. Ogni sala ospita una diversa sezione seguendo una disposizione cronologica: dalla Grande guerra alla lotta partigiana del 1943-45. Nelle diverse sale sono ricreati piccoli scenari di guerra con manichini e diorami per mostrare ai visitatori anche i lati “umani” dei combattenti, tramite l’esposizione di armi ed equipaggiamenti ma anche di materiali quotidiani come i piccoli prodotti di consumo, gli strumenti medici e gli utensili dei laboratori, fino agli oggetti personali. Nel museo sono inoltre custoditi documenti relativi alle leggi razziali, uniformi dell’esercito italiano, fotografie delle distruzioni subite dalle città italiane, carte geografiche con la dislocazione di tutti i campi di prigionia, cimeli e fotografie di religiosi uccisi dai nazisti. Oltre ai cimeli bellici, il museo raccoglie anche pubblicazioni relative alla guerra di liberazione e materiale documentario di varia natura.
- Biblioteca
- Archivio storico
- Attività didattiche per le scuole, anche al di fuori degli orari d’apertura
- Visite guidate su prenotazione per gruppo di 25-30 persone
- Accesso disabili
- Palazzo Guinigi - Via S. Andrea, 43 - Lucca (LU)
- 320 0718193
- 347 9390943 Andrea Giannasi (direttore)
- museoliberazionelucca@yahoo.it
- http://www.museodellaliberazionelucca.it
- C. G Rosi., A. Toschi, Diario di una vita, Pagnini Editore, Firenze 1997.
- L. Giannecchini, G. Pardini (a cura di), Eserciti, Popolazioni, Resistenza sulle Alpi Apuane. S. Marco Litotipo editore, Lucca 1997.
- R. Vanni, La Resistenza dalla Maremma alle Apuane, Giardini, Pisa 1972.
- A. Mancini, Memorie del carcere. Quei mesi della Resistenza e della liberazione a Lucca, Le Monnier, Grassina 1986.
- G. Pardini, La Repubblica Sociale Italiana e la guerra in provincia di Lucca (1940-1945), Edizioni S. Marco Litotipo, Lucca 2001.