Rifugio Partigiano Detto Dalmastro

Piemonte | Dronero (CN)

Il luogo e le vicende

Fin dall’inverno 1943-1944, mentre gran parte degli antifascisti di Dronero vennero arrestati e avviati ai campi in Germania, in Val Maira si organizzarono diverse formazioni partigiane Nella zona di S. Margherita si stabilì il Raggruppamento “Maira”, un gruppo comandato dal cuneese Detto Dalmastro che fece parte delle formazioni “Giustizia e Libertà”. Il suo centro di comando fu posto nella piccola borgata di Santa Margherita, che permetteva ai partigiani di dominare il vallone di Paglieres. Infatti, il vallone della Margherita, ed in particolare la sua borgata estrema, a m. 1326 di altitudine, rivestì una notevole importanza strategica e divenne uno dei quartier generali della guerriglia, soprattutto per la sua collocazione geografica alla testata del vallone di Moschieres, sulla destra orografica del Maira, in posizione insieme dominante, appartata e facilmente controllabile. A tre ore di marcia da Dronero, la borgata fu al centro di tutta l’attività partigiana di Giustizia e Libertà che si svolse sulla destra orografica della valle Maira e nella confinante valle Grana. Lì inoltre, nei venti mesi della Resistenza, trovarono costantemente rifugio ed ospitalità praticamente tutte le bande partigiane del Cuneese di altro colore e provenienza, che vi approdavano per riprendersi dai rastrellamenti tedeschi nelle loro zone. Intorno al comando di Detto Dalmastro si sviluppò un’organizzazione di avamposti o distaccamenti, come Falcone, Cucetto, Ruà Prato o Saretto. La buona struttura delle bande partigiane della Valle Maira permise agli uomini di Detto Dalmastro di compiere importanti azioni contro i presidi fascisti e tedeschi, ma anche di superare i ripetuti rastrellamenti fatti in valle dai nazifascisti. Le diverse borgate della zona furono teatro di una sempre più complessa organizzazione partigiana: l’osteria del Belvedere a S. Margherita, ad esempio, era il crocevia in cui partigiani e staffette si incontravano e si rifornivano; nella frazione Ghio si trovava il forno utilizzato di notte per panificare; il monte Cauri era il rifugio estremo in caso di attacco nemico. Nel marzo 1944, poi, una baita della borgata Assarti divenne la prima tipografia partigiana, dove Aurelio Verra compose il “Notiziario dei Patrioti delle Alpi Cozie”. Fino al giugno 1944, su tutto il territorio si susseguirono rastrellamenti e imboscate naziste e fasciste ma, nel luglio, i partigiani riuscirono a liberare l’intera valle e a costituire la Repubblica di Val Maira. La borgata Assarti divenne sede della I banda della Brigata Maira che, insieme con la Brigata Varaita, formò la Seconda Divisione Alpina “Giustizia e Libertà” e il Municipio di Cartignano venne attrezzato per ospitare il primo ospedaletto per i partigiani della zona. Il 30 luglio, però, i tedeschi attaccarono la zona libera: Cartignano e San Damiano furono bombardate, incendiate e nuovamente occupate. Non per questo ebbe termine la lotta partigiana che, per tutto l’autunno e l’inverno, continuò nelle borgate vicine, nonostante i rastrellamenti tedeschi.
Dopo la guerra il Colletto della Margherita divenne il “santuario” delle formazioni partigiane “Giustizia e Libertà”: ancora oggi un cippo ricorda qui i caduti della Seconda Divisione Alpina, accomunati a Duccio Galimberti e Jean Lippmann. Negli anni Sessanta, i partigiani che qui avevano vissuto e combattuto acquistarono un terreno a monte della chiesa di S. Margherita, dove fra il 1968 e il 1970 venne edificato il rifugio, poi intitolato al Comandante della II Divisione GL, Detto Dalmastro. Inaugurato il 2 giugno 1970, il Rifugio sorge quindi al centro della zona di operazioni delle formazioni GL della valle Maira, di cui rappresenta anche il sito memoriale. Inizialmente il rifugio fungeva da struttura di incontro conviviale degli ex partigiani, ma anche per ospitare giornate di studio organizzate per le scuole della provincia. Oggi questo Rifugio che ricorda la storia e le azioni portate avanti durante i venti mesi di Resistenza in Valle Maira dalla Brigata Giustizia e Libertà di Detto Dalmastro, è stato donato dall’Anpi al Comune di Dronero è passato in proprietà del Comune di Dronero, ed è gestito dall’Associazione “Amici del Rifugio Partigiano Detto Dalmastro”. Dal 2006 è anche Centro Rete nell’ambito del Progetto La Memoria delle Alpi e si colloca nel circuito dei Sentieri della libertà che lo compongono e che si intrecciano nella Provincia di Cuneo. Ad esso fanno capo i sentieri Giustizia e Libertà in valle Maira e La Resistenza europea: ricordando Jean Lippmann. Può ospitare gruppi di 25 persone nelle stanze al piano terra e nel dormitorio-rifugio al secondo piano, tutti dotati di servizi. Al primo piano, accanto alla cucina, una grande sala funge da punto di incontro, sede per laboratori didattici, conferenze, incontri con testimoni, proiezione di filmati etc. Nella sala attigua sono a disposizione materiali informativi sui percorsi e sui prodotti costruiti ed elaborati durante il progetto La memoria delle Alpi; nel bookshop si trovano le principali pubblicazioni riferite alla storia della Valle Maira. Sono a disposizione una postazione informatica e le attrezzature necessarie per la proiezione di filmati. Presso il Rifugio sono quindi disponibili spazi, materiali, attrezzature e vengono organizzate iniziative a sostegno delle escursioni lungo i sentieri che offrono informazioni sulla storia della Resistenza in Val Maira.
Comune di Dronero (Cn) – Gestione a cura dell’Associazione Amici del Rifugio Partigiano Detto Dalmastro